lunedì 2 febbraio 2015

Intervista ai KAYLETH


Soltanto poche settimane fa vi avevamo anticipato, con una breve intro, l'uscita del loro nuovo album.
Oggi, che  finalmente "Space Muffin" ha visto la luce, i KAYLETH ci raccontano qualcosa di più. 

LFdM: Ciao ragazzi, prima di tutto vogliamo ringraziarvi per questa intervista. Dunque la vostra storia ha inizio nel 2006 con il demo “Not Yet”, un classico dello stoner rock. Perché proprio questa scelta musicale?
Enrico: Parlando di stoner se ne sono dette di ogni tipo, resta il fatto che ormai si tratta di un genere che dura ormai da più di un ventennio e forse proprio per la sua genuinità è duro a morire.
Si tratta di rock puro con sonorità classiche, sotto certi aspetti niente di nuovo ma forse è proprio per i suoni caratteristici che ci piace. Lo stoner ci regala emozioni e non ci stancherà mai!

LFdM: Notevole la ricerca di sfumature anche nei pezzi più classici, non vi siete mai limitati ad interpretare la musica secondo i canoni preconfezionati delle band che in qualche modo hanno influenzato il vostro percorso artistico. Potete dirci qualcosa di più di quello che avviene in studio?
E: Quello che avviene in sala prove è qualcosa di semplicemente naturale (per noi):  arriviamo, suoniamo, chi ha qualche riff comincia a suonare e da li parte la jam session. Un viaggio ad occhi chiusi, la maggior parte delle volte ci perdiamo in lunghe progressioni ed è anche per questo che registriamo sempre tutto quello che facciamo, in modo da non perdere niente,  in questa fase tutto è prezioso. La fase successiva è quella di tagliare ed aggiustare dando un senso al tutto, per questo serve avere una mente più lucida e viene fatto quasi sempre durante la successiva sessione di prove. Aiuta molto anche i diversi background musicali da cui vengono i vari componenti del gruppo, mischiando sonorità distanti fra loro ne esce sempre un mix esplosivo! 
Daniele (batteria) proviene dal metal quindi inserisce sezioni ritmiche pesanti, Alessandro (basso) ha influenze punk e così via.

LFdM: I nuovi membri che in questi anni sono entrati a far parte di questo gruppo, in che cosa e in che misura hanno contribuito al processo di innovazione nel vostro suono?   
E: L'arrivo di Michele con i sintetizzatori  ci ha dato modo di scollegarci dal classico rock e di sperimentare atmosfere diverse. Abbiamo cercato di mantenere tutto quello che ci è sempre piaciuto ed abbiamo aggiunto nuovi suoni cercando di non intaccare troppo i canoni dello stoner, ma provando ad aggiungere qualcosa in più. Detto così sembrerebbe facile ma non lo è, trovare un equilibrio tra classico ed innovativo è arduo e speriamo di esserci riusciti..

LFdM: I video oggi sembrano essere il maggior veicolo promozionale per una band, “Survivor” è molto coinvolgente, mi è piaciuto moltissimo l’abbinamento suono/immagini.  Chi ha avuto l’idea e qual è il concetto dietro questo video?
E: Il video l'ha pensato e montato Massimo, il nostro chitarrista. E' partito quasi per gioco,  poi  man mano è venuto fuori qualcosa di interessante: l'idea era di fondere ambientazioni post-atomiche, spazio, esplosioni, cactus e molto altro ancora. Alla fine tutti noi eravamo soddisfatti, quindi abbiamo deciso di pubblicarlo e il riscontro del pubblico ci ha dato ragione!
* Nota curiosa: se siete bravi a mettere in pausa al momento giusto, vedrete un fotogramma che vi stupirà! Vediamo se ci riuscite.

LFdM: Nei vostri brani parlate per lo più del quotidiano, ciò che viene vissuto sulla propria pelle attraverso le mille esperienze. Sono brani che in qualche modo descrivono voi stessi o più semplicemente è frutto di quello che si sente in giro oggi?
E: I nostri brani parlano spesso della realtà che ci circonda, piena di menzogne e tanto fumo. alla fine si cerca sempre di vincere questa battaglia interiore contro l'apatia, cioè continuare ad andare avanti cercando le cose che ci rendono felici.

LFdM: Lo stoner nasce principalmente sulla costa pacifica degli Stati Uniti con rievocazioni del passato sia come suono che come atmosfere. Ecco, se doveste scegliere una regione italiana, dove collochereste questo genere musicale? 
E: Bella domanda! Oltre alla costa californiana non dimentichiamo anche la scena svedese che ha dato i natali a gruppi come Truckfighters e Dozer a cui siamo molto legati. Questo dimostra che il genere non è legato indissolubilmente al sole che brucia la pelle e la sabbia del deserto, altrimenti anche noi saremmo dovuti soccombere ai freddi inverni del Veneto! 
Quindi se dovessi dirti un paio di regioni, sicuramente Puglia/Calabria/Sardegna per i paesaggi, ma in realtà lo stoner è un modo di essere. Quindi anche se fuori la temperatura è -10 °C e la nebbia si taglia con un coltello, niente di meglio che riscaldarsi con un bel  vinile che ti faccia sognare la California!

LFdM: Oggi si parla tanto di difficoltà a fare musica, farla bene intendo, troppi vincoli, troppo materiale e poca richiesta. Ricercate i live solo a livello nazionale oppure vi spingete anche oltre i confini? 
E: Tralasciando l'ormai stucchevole discorso cover/tribute bands, per quanto riguarda la musica originale è sempre più difficile trovare gente disposta a venire ad ascoltarti, ma soprattutto trovare luoghi adatti per suonare e farsi conoscere. In Italia abbiamo suonato in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana,  affiancando gruppi di alto livello con cui è stato un piacere e un onore suonare, ma abbiamo anche condiviso il fatto che è sempre più difficile, soprattutto per un genere come il nostro che non è proprio “mainstream”.
Considerato quello che vediamo in giro ed i concerti a cui abbiamo partecipato, direi che la situazione è triste, almeno  nella nostra zona (nord est). 
In giro per l'Europa ci sono moltissimi festival stoner, riuscire a suonare in uno di questi  sarebbe un sogno che si realizza. Comunque qualcosa si sta muovendo, le band sono sempre più collaborative e affiatate, quindi siamo sicuri che presto ci spingeremo oltre i confini italiani.

LFdM: Qualche anticipazione sulle prossime vostre attività?
E: Beh, sicuramente tanti concerti, pezzi nuovi (ne abbiamo già alcuni) e probabilmente 1-2 video.
Colgo l'occasione per ringraziarvi per lo spazio che ci avere concesso e vi facciamo i nostri complimenti per il grande lavoro che state facendo per la musica underground! 

LFdM: Grazie mille, cerchiamo di dare un senso a qualcosa che ci piace fare... 
A presto ragazzi!

Intervista di Michela

Label: Argonauta Records
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La nostra recensione del disco

Kayleth:
Enrico Gastaldo - voce
Massimo Dalla Valle - chitarra
Alessandro Zanetti - basso
Michele Montanari - synth
Daniele Pedrollo - batteria




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