giovedì 17 marzo 2016

Ivar Bjørnson & Einar Selvik’s Skuggsjá - Skuggsjá Review

"Skuggsjá"

Release: 11 March, 2016


Hometown: Norwen

Genre: Pagan Metal

Tracklist:
01. Intro: Ull Kjem 
02. Skuggsjá 
03. Makta Og Vanæra, For All Tid 
04. Tore Hund 
05. Rop Fra Røynda - Mælt Fra Minne
06. Skuggeslåtten (instrumental) 
07. Kvervandi 
08. Vitkispá 
09. Bøn Om Ending, Bøn Om Byrjing 
10. Outro: Ull Gjekk

Capita di non trovare le parole, siamo umani dopotutto e succede che qualcosa, una melodia, un suono, una particolare emozione vada oltre il semplice linguaggio, quello che tutti possono comprendere, quello che tutti conoscono, facile da decodificare, utile a capire ciò che sembra non poter essere spiegato altrimenti, ma cosa succede se vengono a mancare le parole? Boccheggiamo come pesci fuor d'acqua, cerchiamo ossigeno, ci dimeniamo e aspettiamo che qualcuno venga a salvarci, fiduciosi che, presto o tardi quelle parole che si sono smarrite possano ritornarci in corpo per farci smettere di annaspare.

A volte, però, non tornano e devi stare in silenzio perché è esso stesso una parola, una frase, un concetto. Nel silenzio c'è musica e c'è arte, c'è l'essenza stessa di tutte le cose e, molto spesso, basta il silenzio a spiegare ciò che ci sembra inesprimibile.

E allora starò in silenzio, perché davanti a dei capolavori non si può fare altrimenti: si resta lì, ci si compiace della loro grandezza, si annaspa e si boccheggia, si resta in silenzio e si lascia parlare l'arte con le parole che lei conosce meglio, con note inanellate una dietro l'altra in una perfetta sinfonia di musica che prende forma nel momento stesso in cui le onde sonore fendono l'aria. 

E' tutto lì, in bella vista, a portata di mano, un quadro disegnato su un ancestrale pentagramma che evoca i primordi della musica stessa, che usa tante voci che sembrano essere appena nate, germogli di un mondo complesso ed irresistibile che solo con l'ascolto possono essere capiti e che ti feriscono il cuore quasi volendo parlare a te e a te soltanto.

Quello che succede in Skuggsjá, il capolavoro del duo norvegese firmato da Ivar Bjørnson ed Einar Selvik, è l'esempio palese e lampante di quanto la musica abbia una forza a parte, una primordialità che trascende tutto quanto il resto, che si fa viva e pulsante come un cuore che batte per la prima volta e che nella bellezza di quella sua semplice complessità ha la forza e la grandezza di un capolavoro.

Si potrebbero dire tante cose su questo album. Si potrebbe dire che appare moderno, apocalittico, devastante e allo stesso tempo primitivo, antico, ancestrale. Si potrebbe anche aggiungere che è sfaccettato, complesso, irraggiungibile eppure così semplice da fare male, un connubio quasi straziante tra moderno ed antico che spiazza e che ti fa sentire partecipe di un qualcosa di più grande... si potrebbero dire tante cose, di come le voci si amalgamino alla perfezione tra di loro in un canto che sembra invocare gli antichi dei norvegesi, di come la parte elettronica faccia risaltare tastiere potenti e chitarre che amoreggiano con estrema passione con il basso, il tutto messo al servizio di strumenti più umili e semplici, antichi quanto la storia della terra stessa.

Certo, potrei dire tutto questo, ma non sarebbero abbastanza e allora lascio parlare la musica perché, una volta tanto, sa parlare con la sua lingua e la sua voce e lo sa fare in un modo perfetto, specchio e riflesso (proprio come ci suggerisce il titolo del disco) di un mondo perduto che oggi finalmente viene ritrovato e portato alla luce nel più grandioso dei modi.

9.5/10
Dora

Line-up
Ivar Bjørnson: vocals, guitars, bass, keyboards
Einar Selvik: vocals, taglharpa, Kravik-lyre, goat-horn, birch-bark lure, bone-flute, percussion, electronics
Contributing musicians
Grutle Kjellson: vocals
Lindy-Fay Hella: vocals
Eilif Gundersen: birch bark lure
Olav L. Mjelva: Harding fiddle
Cato Bekkevold: drums

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