martedì 25 novembre 2014

STRIKE AVENUE - Deathcore style!



Hanno da poco pubblicato il loro nuovo album dal titolo “Avenger Alpha Apocalypse” e tra una serata e l'altra abbiamo voluto rubare loro qualche minuto per ascoltarli e farveli conoscere.
Loro sono gli STRIKE AVENUE e deathcore e Cosenza sono la loro casa, il resto... ve lo raccontano i protagonisti, anzi il loro singer Phil!

LFdM: Ciao e grazie per averci concesso questa intervista. È sempre bello scambiare quattro chiacchiere con band nostrane, quindi siamo molto fiere di questa opportunità che ci state offrendo.
Phil: Grazie a voi! Per noi è sempre un piacere poter rispondere a domande che riguardano il nostro progetto e la nostra  musica, quindi siamo felicissimi dello spazio e del tempo che ci concedete!

LFdM: Allora, iniziamo! Innanzitutto come vi siete formati? 
P: ci siamo formati nel 2008, quando il sottoscritto (Phil, cantante) e il mio amico John (chitarre) abbiamo voluto suonare in sala prove qualche cover di band metal famose. È tutto nato quasi come un gioco. Con il passare del tempo ci siamo accorti che la passione era così tanta da far diventare questo passatempo come qualcosa di più professionale, e così ci siamo impegnati a trovare subito un batterista e un bassista che potessero formare definitivamente la band. Adesso sono passati quasi 7 anni e siamo qui ancora a voler dimostrare a tutti, e soprattutto a noi stessi, che il gruppo può dare ancora tantissimo.

LFdM: Siete attivi dal 2008, ma ci sono stati diversi cambi di lineup alla continua ricerca della formazione perfetta. Quanto ha influito questo ricambio nel vostro lavoro? Avete riscontrato difficoltà di qualche tipo che, magari, vi ha anche fatto pensare di mollare in attesa di sviluppi più propizi?
P: è fisiologico che in una band qualche elemento possa andare via per motivi personali o per divergenze, ma fondamentalmente i cambi di lineup sono stati sempre interpretati come un molla per sperimentare altre sonorità o hanno reso ancora più compatti tra di loro i componenti che continuavano a restare all’interno della band. Le difficoltà ci stanno magari all’inizio quando si cerca un nuova musicista, ma poi quando si inizia a suonare tutto procede bene.

LFdM: La vostra è una band deathcore/deathmetal/djent, un gran bel mix di sonorità potenti, portate quasi al limite, alcune delle quali ancora in fase di sviluppo. Come mai proprio questo genere musicale? Che cosa vi ha affascinato tanto da spingervi a cimentarvi in qualcosa di così particolare?
P: siamo partiti suonando un altro tipo di metal. All’inizio eravamo influenzati molto dal prog, dal nu metal e da qualche reminiscenza thrash per via del nostro background. Poi con gli anni gli ascolti sono cambiati e siamo giunti a questo genere che ci diverte molto di più a suonarlo. Probabilmente siamo affascinati dalla grande potenza e adrenalina che sprigiona il genere core in senso lato. 
Lo troviamo molto più groovy rispetto a tutti gli altri sottogeneri presenti nel metal. Il genere djent è di nuovo innesto nella nostra composizione, ma essendo dai grandi appassionati dei Meshuggah era naturale avere anche in questo senso qualche influenza.


LFdM: Restando sempre nell'ambito del deathcore e del deathmetal, come ci si “allena” per avere la voce sempre perfetta e in forma per poter reggere alle sollecitazioni che un genere di questo tipo richiede?
P: beh! Sembra assurdo ma non saprei! Nonostante tu stia parlando con l’interessato non saprei come ci si allena! Non mi sono mai reputato in questo senso un professionista, quindi in qualche modo dotto nelle tecniche, ma un grandissimo appassionato. Agli inizi ero totalmente inesperto e quindi sforzavo molto la gola con arrossamenti e abbassamenti di voce. Con il tempo ho imparato a usare il diaframma e a modulare la voce in bocca attraverso l’apertura della gola e dalla potenza di fiato, e su tutto influisce anche l’apertura della mandibola. Ho provato a dare qualche spiegazione tecnica ma di persona l’idea rende molto di più, ovviamente. Mi alleno in sala prove e a casa e uso molto propoli. È tutto!

LFdM: E per quanto riguarda la tecnica musicale? Ho letto che avete vinto un contest nel 2009 come miglior thecnichal group, il che dimostra che dietro la vostra musica c'è un continuo lavoro alla ricerca della perfezione, ci svelate qualche segreto?
P: si è vero. Siamo arrivati secondi come classifica generale dietro un gruppo progrock, e primi assoluti nella classifica come gruppo più tecnico. Come scritto sopra era il periodo in cui ascoltavamo e suonavamo molto progressive metal, quindi questo avrà sicuramente determinato il punteggio più alto assegnatoci. È stata una bellissima esperienza perché abbiamo avuto la possibilità di confrontarci e vincere su tanti gruppi e su tanti generi musicali. A dimostrazione del fatto che il metal non è rumore come qualche stolto può pensare. Non penso che ci sia la ricerca della perfezione, ma il continuo allenarsi per limare al meglio i propri errori. Quindi nessun segreto, ma solo tanto tempo sullo strumento!

LFdM: Andando avanti negli anni avete preso sempre più coscienza di voi stessi e della vostra forza a livello musicale, tanto che ad oggi possiamo realmente considerarvi una band deathcore a tutti gli effetti, avete sempre avuto le idee chiare riguardo a questo progetto o è stato comunque qualcosa che si è definito nel tempo, mutando gradualmente?
P: la presa di coscienza sul genere che era definitivamente cambiato penso sia avvenuta nel 2012 con il singolo Predators (ri-registrata e ri-arrangiata per il nuovo album con il nome Predators V. 2.0). Da quel momento il gruppo ha scelto una strada precisa a livello musicale. È stato un processo naturale ma comunque graduale.

LFdM: Sono fissata con i nomi delle band e mi piace sempre sapere come nasce quello che poi sarà il vero marchio di un gruppo, quello che lo definisce ancora prima che parta la musica. Voi come avete scelto questo nome?
P: Volevamo qualcosa di unico e di mai sentito, in modo tale che pronunciandolo si potesse ricollegare direttamente a noi e a nessun altro. Io sono stato un grandissimo appassionato di una serie televisiva che si chiamava The Shield, dove si parlava si un gruppo di poliziotti che agivano sempre al limite della legge, e il loro reparto speciale si chiamava Strike Team. Da qui il nome Strike, e poi volevamo aggiungere qualcosa che si potesse ricollegare alla rozzezza (sonora) della strada,  e quindi Avenue: Strike Avenue. Il nome ci piacque molto è così fu.

LFdM: Registrare in studio è certamente una grande esperienza, una di quelle che non tutti possono vantarsi di vivere, ma penso che sia il concerto live a determinare davvero la bravura e la forza di una band. Com'è per voi salire sul palco ed esibirvi davanti ad un pubblico?
P: si esatto. In studio si ha la possibilità di definire tutto nei minimi particolare con calma e lucidità. Salire su un palco è tutta un'altra cosa. Gioca molto il fattore adrenalina che spesso mette in secondo piano anche l’esecuzione stessa del brano, dando spazio all’energia trascinante del momento. Per noi salire sul palco è vitale ed è meraviglioso sapere che la gente è li per te, o ancora meglio quando chiamano da sotto al palco un tuo pezzo. È meraviglioso.

LFdM:  Suoni potenti, melodie forti, grande impatto sia a livello vocale che strumentale. Ascoltando il vostro ultimo album si percepisce tutto questo sempre nel segno di una ricercatezza e una accuratezza che perfino un orecchio non allenato è in grado di percepire. Qual è la genesi di “Avenger Alpha Apocalypse”?
P: grazie tante! Volevamo che questo ultimo lavoro fosse assolutamente curato musicalmente nei minimi particolari, con tutti i limiti che abbiamo. Non ci siamo messi d’accordo su come doveva suonare dall’inizio alla fine, semplicemente volevamo che ogni pezzo avesse una propria storia (dai testi alla musica) e che ogni brano si potesse ricordare per qualcosa. Abbiamo lavorato oltre un anno dedicandoci esclusivamente alla composizione e alla produzione (tutto registrato e prodotto nel nostro studio). Non volevamo fretta e così abbiamo fatto tutto da noi. Il fine ultimo era quella di dare all’ascoltatore un assalto calibrato. E penso che in qualche modo ci siamo riusciti.

LFdM: La parte promozionale è un aspetto non indifferente per far conoscere una band al vasto pubblico, quali sono i vostri prossimi appuntamenti con i fan? Dove possiamo trovarvi per poter vedere una vostra esibizione dal vivo?
P: la promozione di qualsiasi proposta musicale è il bigliettino da visita per ogni gruppo, e stiamo organizzando il primo evento live proprio a casa nostra, Cosenza, il 22 Novembre. Un live show che ci vedrà dividere il palco con altre due band, ovvero i Sex And Helvetic System e gli Star Dust. In più presenteremo ufficialmente per la prima volta live il nostro nuovo album, e durante la serata avremo come ospiti speciali la squadra di Football Americano della nostra città, i Sauk Wolves Cosenza. Loro promuoveranno il loro sport con tutta la squadra e tutti i loro gadget, noi faremo altrettanto promuovendo “Avenger Alpha Apocalypse”. Sport massiccio e musica massiccia in una sola serata, direi da non perdere, no?

LFdM: Ancora una volta grazie mille e in bocca al lupo per il vostro futuro
P: noi Strike Avenue ringraziamo tutti voi per lo spazio e per le domande! È stata un bella intervista, grazie ancora! Crepi il lupo e un in bocca a lupo anche a voi per tutto il vostro lavoro! STAY BRUTAL. 

Intervista a cura di Dora

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