venerdì 3 luglio 2015

EVEMASTER - III Recensione

III

Release: 6 luglio 2015



TRACK LISTING
01. Enter
02. New Age Dawns
03. Humanimals
04. Losing Ground
05. The Great Unrest
06. The Sweet Poison
07. Harvester of Souls
08. Fevered Dreams
09. Absolution


Per una volta vorrei iniziare dalla fine, ovvero dalle sensazioni che mi sono rimaste appena concluso l'ascolto di questo album dei finlandesi Evemaster che, in occasione del nuovo matrimonio con label italiana, hanno deciso di rimasterizzare il loro ultimo disco forse per cercare di urlare a gran voce la loro presenza nel mondo a quanti non si erano accorti di loro negli anni passati.

Silenzio. E' questo quello che resta. Un silenzio carico di tutti i suoni che le nove tracce si sono portate appresso: ricchissimi arrangiamenti, corposi e massicci, un basso poderoso che guida ogni pezzo con forza e tenacia, una batteria potente che, inaspettatamente, non sovrasta tutto quanto il resto, ma anzi eleva all'ennesima potenza quello che la circonda, pompando il sangue nelle veno, nobilitando ancora di più una voce aspra e graffiante, un urlo disperato e tremendo che si insinua dritto nel cervello. 

Ma quando ci sono tante sonorità, quando la varietà è così ricca e ampia ecco che quasi inspiegabilmente tutti quanti si annullano e lasciano il silenzio, quello che ti lascia pensare, quello che ti fa riflettere, quello che crea nella mente l'immagine di una città fantasma che sembra essere esplosa sotto le bombe fatte di note e musica, che disgregano i contorni, abbattono i confini, lasciando silenzio e polvere in una valle desolata, tra le macerie di un qualcosa che non era destinato ad essere e che proprio la musica ha abbattuto con la fragorosa potenza di una testata nucleare.

III è questo: la potenza del suono che fa piazza pulita di quanto è superfluo, di quello che non è necessario; è il tutto che diventa nulla totale, è il vuoto che si riempie delle mille sfumature dell'universo e, proprio per questo, è un album che difficilmente può essere assimilato al primo ascolto e che, anzi, forse può perfino risultare quasi freddo e distaccato per quella sua perfezione tecnica che tocca livelli davvero estremi, ma che forse un ascoltatore disattento o distratto può scambiare per algido disinteresse.

Ascoltando il silenzio, però, quello che resta davvero sono tracce di assoluto pregio, tra le quali spiccano i riff incalzanti di "New Age Dawn", impreziosita dalla sorprendente voce pulita di Dan Swanö (che ha anche mixato e masterizzato il disco), che arricchisce ancora di più l'interpretazione di Jarno Taskula, le cui corde vibrano su una differente linea interpretativa, un urlo forsennato e prepotente che spicca ancora di più se messo a confronto con qualcosa che è il suo esatto opposto.

"Humanimals" colpisce e sconvolge, è forse una tra le migliori del gruppo, con quelle sue sezioni ritmiche piene di energia, che si apre in una cavalcata alla Katatonia, e le grandi parti da solista che si intrecciano tra loro ancora una volta tese a rendere quasi unica l'interpretazione canora.

Non ci sono solo strazianti urla che disgregano il tempo, ma anche suoni passionali e malinconici, arpeggi in sottofondo che piangono lacrime di disperazione e tristi accordi di un pianoforte che aprono con estrema semplicità "Losing Ground" rendendola inaspettata, quasi unica.

La cupa e angosciosa "Sweet Poison" ci accompagna in un'eterna discesa che mai avrà fine, ma la vera stella di tutto il disco è certamente "Absolution" che nei suoi dieci minuti e trenta monopolizza l'attenzione, forse grazie soprattutto all'interpretazione magistrale di Swanö che non si limita né si contiene.

E' silenzio. Forse lo sentirete anche voi una volta concluso questo ascolto, ma per una volta è un silenzio che ha una voce capace di rimbombare più forte di un'eco lontana e ancora riecheggia e riecheggia, oscillando come un pendolo.

Gli amanti dei Dark Tranquillity e degli Insomnium (a proposito, qui Markus Vanhala è presente in due assoli di chitarra non da poco) apprezzeranno certamente questa riedizione, chi invece se l'è persa la prima volta ha l'occasione di poterla riscoprire.

Non lasciatevela scappare.

8/10
Dora


Members: 
Jarno Taskula - vocals 
Tomi Mykkänen - music


Nessun commento:

Posta un commento